lunedì 18 giugno 2007

Sì, viaggiare

C'è chi ama viaggiare perché si vedono posti belli; c'è chi ama viaggiare perché si incontra gente interessante; c'è chi viaggia per conoscere cucine nuove; c'è chi lo fa perché vuole vedere un posto su cui ha letto un libro; c'è chi lo fa perché vuole recuperare un po' di quella lingua imparata alle medie e quasi dimenticata; c'è chi viaggia perché "cazzo me la sono meritata una vacanza dopo il culo che mi sono fatto quest'anno"; c'è chi viaggia perché deve; c'è chi vuole scoprire la diversità; c'è chi ama viaggiare solo quando torna a casa; c'è chi vuole vedere le città d'arte; c'è chi si emoziona a vedere i cartelli stradali con i nomi di città lontanissime; c'è chi ha un planisfero con tutte le puntine da disegno colorate sui posti dove è già stato; c'è chi colleziona cartine geografiche; c'è chi va a Paestum ed è contento così; c'è chi viaggia per vedere posti migliori di Paestum; c'è chi viaggia perché in ostello si fa acchiappanza; c'è chi viaggia nonostante non faccia mai acchiappanze in ostello; c'è chi va a Ibiza a fare tunz-tunz; c'è chi si aggrega; e ci sono quelli a cui non piace viaggiare.

Muà, io viaggio perché ogni tanto, in certi posti improbabili, scopro dei cartelli bellissimi e mi metto a fotografarli. Ad esempio, la settimana scorsa, ad Uppsala (noto paese della Svezia orientale), Caterina e io abbiamo trovato ben due cartelli meritevoli di menzione; la suddetta ha anche prestato la sua pulcherrima immagine muliebre al mio occhio di vetro.

La prima foto si intitola

Tuesday, 14:26

La seconda si commenta da sola.

martedì 5 giugno 2007

Quel che non t'aspetti dal cerbiolo e dal capriatto

Mentre il sondaggio su "tarabaralla" impazza (ben tre voti fino ad ora — votate votate votate), vi propongo un'altra storia improbabile al confine tra cinematografia, linguistica e zoologia, tre discipline che hanno tanto in comune.

Orbene. Pochi giorni or sono parlavo di Bambi con Maria. Sì, io parlo di Bambi con i miei amici, embè? È un problema? Posso andare avanti? Molto bene (sto delirando). Dunque, sarà capitato anche a voi che la discussione su Bambi si faccia accesa... dopo tutto, è un argomento caldo. Noi, in particolare, si discuteva se Bambi fosse un cerbiatto (come dicevo io) o un capriolo (come diceva lei).

Se oggi fosse il cinque giugno 1997 ci saremmo dovuti tenere il dubbio; invece, gli ultimi dieci anni hanno visto una trasformazione sì radicale di questa nostra fantastica avanzatissima cibernetica società (che ci porta avanti quasi tutti quanti, maschi, femmine e cantanti, su un tappeto di contanti nel cielo blu) che oggi possiamo toglierci la soddisfazione di scoprire la vera natura di Bambi con pochi clicchettii. È inutile che sto qua a farla lunga, sapete tutti benissimo che, per questioni la cui spinosità è uguagliata solo dalla grandiosa futilità delle stesse, la Rete ci ha messo a disposizione un oracolo di Delfi: Wikipedia. Basta allora dare un'occhiatina alla pagina di Bambi su Wikipedia per scoprire che

For the movie, Disney took the liberty of changing Bambi's species into a white-tailed deer to visually emphasize him against the colored backgrounds, since he is a roe deer in the book.

Bene. Quindi, oltre ad aver scoperto che Bambi è un cerbiatto nel film ma un capriolo nel libro, abbiamo anche scoperto come si dice "capriolo" in inglese.

E qui viene il bello. Se la storia fosse stata solo che Bambi è un capriatto, o un cerbiolo, non mi sarei neanche preso la briga di collegarmi al blog... ma quello che ho scoperto dopo cambia tutto.

Questa è la parte della quale molto probabilmente non vi frega un tubo, a meno che non conosciate due paroline di svedese (leggi: a meno che non siate Diego Scilla). Comunque, sappiate che "capriolo" in svedese si dice "rådjur". Suona familiare? Sì... tu che hai alzato la mano, di' pure... bravo, somiglia molto all'inglese "roe deer" che abbiamo imparato da mamma Wikipedia. Che c'è di strano, direte voi? Dopo tutto lo svedese è una lingua germanica e ci sono tante parole che somigliano all'inglese...

...la cosa strana è che "deer" in inglese vuol dire "cervo", mentre "djur" in svedese vuol dire "animale". Tra l'altro, "djur" è la parola che usavo come esempio per mostrare che ci sono certe parole svedesi che non hanno niente di simile alla corrispondente parola inglese... dico "usavo", perché questa somiglianza tra "deer" e "djur" è molto sospetta. Tanto sospetta che sono andato a controllare sul dizionario... ed ecco cosa ho scoperto:

Word History: In various Middle English texts one finds a fish, an ant, or a fox called a der, the Middle English ancestor of our word deer. In its Old English form dēor, our word referred to any animal, including members of the deer family, and continued to do so in Middle English, although it also acquired the specific sense "a deer." By the end of the Middle English period, around 1500, the general sense had all but disappeared. Deer is a commonly cited example of a semantic process called specialization, by which the range of a word's meaning is narrowed or restricted. When Shakespeare uses the expression "mice and rats, and such small deer" for Edgar's diet in King Lear, probably written in 1605, we are not sure whether deer has the general or the specific sense. It is interesting to note that the German word Tier, the cognate of English deer, still has the general sense of "animal."

Va da sé che al tetesco "Tier" si affianca lo svedese "djur". Figo, eh?! No? Bene. Ehm. Secondo me sì.

Ci sarebbe un'ultima perla, poi vi mando tutti a casa. Non sono sicuro che c'entri, però in svedese il plurale di "djur" è "djur", proprio come in inglese il plurale di "deer" è "deer" (un po' come "fish", "sheep"...). Coincidenza? Verità? 'sto cazzo? Ehm. Class dismissed.