domenica 5 aprile 2009

Tutto inVaneau

A quell'ora Alésia si era già messa all'Opéra. La gente non veniva certo nel quartiere per prendere una boccata di Bel-Air, fare un Picpus o quattro Passy; si era in Rue de la Pompe, in pieno quartiere a Laumière rosse, dove La Sorbonne (così era nota tra i clienti più affezionati) roteava la sua Bourse con innegabile perizia e metteva in mostra la sua seducente Gambetta.

— Ourcq!, esclamò un Simplon di passaggio che aveva notato Lecourbe di Alésia.
— Ciao, bel maschione, Bienvenüe, fece Alésia con la sua voce Argentine.
— Ehm.
— Ho una Bonne Nouvelle per te. Hai vinto un Ternes al lotto. Lo so che stai come una Iéna, lo vedo che ce l'hai già Duroc... e io sono una distributrice di Plaisance impazzita.

Rivoli di sudore scendevano lungo la fronte del Simplon.

— Oh, Madeleine, fu tutto ciò che riuscì a dire.
— Dai, bello, non essere freddo come un Glacière... ci prendiamo una stanzetta all'Hôtel de Ville con letto Dupleix, una Boissière per rilassarci, ti regalo una Bastille azzurra e ti faccio partire come il Concorde.
— Veramente io...
— Non sarai un Pasteur calvinista? Non essere così Sèvres...
— Bercy Goncourt per l'offerta, signorina, sono Ségur che lei sarebbe una compagna Exelmans, Bérault...
— Ho capito, sei un Vavin!
— Ma no, ma no!
— E allora sei un Créteil! Scompari dalla mia vista prima che ti faccio rotolare Père tutta Lachaise!