Uno che decide di spararsi un romanzo pisicologico di duemila pagine, per giunta incompiuto, tedesco e modernista, ha poi il diritto di lamentarsi di essersi fatto una uallera tanta? Nell'intimità della mia coscienza so benissimo che è colpa mia, ma d'altra parte non avevo scelta; avrei forse dovuto lasciare il libro a metà, quando già una volta lo avevo abbandonato a pagina novantasette? Thou shalt alwayes complete thy readings. È una questione di deontologia. La speranza segreta è che se io non lascio nessuna lettura a metà, anche chi legge questo pluzio farà altrettanto. (Povero me.)
Faccio un breve riassunto dell'avvincente trama del romanzo. Un tizio abita a Vienna (pagina 300). Gli muore il padre (pagina 700). Torna a casa del padre e, dopo anni di separazione, rivede la sorella (pagina 750, questa parte è ricca d'azione). Si innamora della sorella (pagina 850). La sorella va a vivere da lui, ma invece di trombare — cosa che avrebbe creato numerosi spunti tragici, magari un po' triti, ma sempre piccantelli — i due si fanno mille pagine di pippe mentali sul tema "ma questo sentimento che proviamo l'uno per l'altro, vuoi vedere che è amore nel senso che è amore universale come quello che bisognerebbe provare per qualunque altro essere umano (anche se non ci è ben chiaro perché si dovrebbe amare qualcuno che non si conosce)?" (pagina 1800).
Va detto che il romanzo è incompiuto perché il tizio è morto prima di riuscire a completarlo; io però che capisco e conosco so anche che è stata la pallosità stessa della sua prosa a ucciderlo. Ci stavo per rimanere io, figuriamoci lui. (Notare che l'Autore ha il nome di un taglio di baccalà. Il baccalà, si sa, non è rinomato per la sua conversazione brillante.)
Musil: | Madonna, che due palle questo capitolo che ho scritto. Fammelo rileggere un attimo. |
(Rilegge.)
Musil: | Agh. |
(Muore.)
Ed ecco il passo più esaltante di questo fantastico polpettone.
[Fratello e sorella guardano il mare.] Quell'immensa distesa era... un po' noiosa. La responsabilità per il minimo gesto — dovettero confessarlo — era alquanto vuota [?], se paragonata alla giocondità delle ore in cui non si imponevano simili esigenze [ma quali?], e i corpi giocavano con l'anima come bei giovani animali con una palla di legno che fanno rotolare qua e là [?].
Un giorno [attenzione che questa è veramente potente] Anders disse: — È vasto e pastorale; fa pensare a un pastore d'anime! [?] — Risero [???]. Poi si spaventarono dello scherno rivolto contro se stessi [!!!].
Mi sarei tanto voluto vedere dall'esterno mentre leggevo, seduto in autobus, circondato dai miei amici punti interrogativi.