martedì 23 gennaio 2007

いらっしゃいませ !

Eh? Cosa? Come? Che bbuò?

No, niente. C'è scritto irasshaimase, che non vuol dire altro che benvenuto. Non siete mai stati in un negozio o un ristorante giapponese? No? Ah ecco, ora si spiega. Sarei tentato di dire che è la prima parola che si sente quando si arriva in Giappone, se uno ha la lucidità di mettersi ad ascoltare con diciassette ore di viaggio e otto di fuso orario sulle spalle.

Insomma, basta entrare in un posto qualunque, dalla boutique di Kenzo alla bettola dietro l'angolo; nell'istante stesso in cui varcate la soglia, l'insieme di tutti i camerieri, commessi, cuochi, gestori, proprietari, lavapiatti, stappabottiglie, raccoglicarte, fermacarte, soprammobili, girafrittata, spolveraninnoli e scetavaiasse, insomma, tutti coloro i quali sono insigniti di una qualsivoglia mansione nella boutique o bettola di cui sopra... che stavo dicendo... mi sono perso. Ah, sì: nell'istante stesso bla bla bla, l'insieme di tutti i tizi di cui sopra (non fatemi ripetere che perdo il filo di nuovo) si blocca, smette di fare qualunque cosa stia facendo, si gira in paranza verso di voi e urla:

IRASSHAIMASEEEEEE!!!

...con un distinta salita di tono alla fine. Proprio così. Vi assicuro. È un'esperienza come poche. Vale la pena di venire in Giappone solo per questo.

venerdì 12 gennaio 2007

Fly into the rising sun!

Allora io vado, eh! Io esco. Come, dove vado? In Ciappone!


Il Paese della semplicità di comunicazione!


Il Paese dove l'unico gesto occidentale che comprendono è il sorriso!

Torno il trenta. Vi serve qualcosa?

martedì 9 gennaio 2007

Cose da pazzi!

Ma si può? Fare sport alle otto e mezzo di mattina?! Questi sono pazzi! Guardate che qua alle otto e mezzo è ancora notte, eh!

Non c'è niente da fare.

Non sanno campare.

giovedì 4 gennaio 2007

Di cosa si parla?

Ho appena scoperto un fatto incredibile!!

Come continua secondo voi questa celebre formazione?

Pagani
Premoli
...

La risposta tra qualche giorno.

Buon ano!

Propositi per l'anno nuovo:

  • cercare di svegliarsi un po' più presto la mattina;
  • ricominciare a suonare;
  • guardare film di Ingmar Bergman;
  • decidere cosa fare dopo il dottorato;
  • dimostrare esistenza e unicità della soluzione delle equazioni di Navier-Stokes.
E voi?