venerdì 28 dicembre 2007

La resa dei conti

Non ci avrà fatto caso nessuno, ma oggi è 28 dicembre. Non so se rendo l'idea.

...

Non rendo l'idea. Ho capito. Oggi, 28 dicembre 2007, è passato un ano dal 28 dicembre 2006. Per celebrare questo irripetibile evento ho pensato di passare al vaglio i propositi che avevo fatto all'inizio di quest'ano per vedere quanti ne ho mantenuti. Orbene, voyons:

  • cercare di svegliarsi un po' più presto la mattina;

Ehm. Sì. Ci sono riuscito almeno quattro volte.

  • ricominciare a suonare;

Ehm.

  • guardare film di Ingmar Bergman;

Ehm.

  • decidere cosa fare dopo il dottorato;

Ehm. Però qua almeno ci ho provato.

  • dimostrare esistenza e unicità della soluzione delle equazioni di Navier-Stokes.

...

Qui potrei addurre una serie infinita di scuse, come "il fallimento è la strada per il successo", "solo chi prova può riuscire", "solo gli ambiziosi riescono", "ho sonno", eccetera, ma mi limiterò alla preterizione. Piuttosto, ecco i propositi per l'ano nuovo:

  • leggere "L'uomo senza qualità", "L'idiota", "I demoni" e qualche altro polpettoncino analogo;
  • trovarsi un lavoro divertente;
  • imparare a parlottare in ceco;
  • scrivere di più;
  • dimostrare la congettura di Riemann.

Farollo. Giuro che farollo.

mercoledì 19 dicembre 2007

Il passatempo più sano ed economico

Sarà il Natale che si avvicina assieme alla fine dell'anno, saranno la fine del dottorato e la conseguente disoccupazione, sarà il revisionismo storico, sarà che sto leggendo Pirandello e mi tornano in mente gli anni del liceo, sarà la bossa nova che mi tiene compagnia mentre scrivo, sarà che ho trovato un forum dedicato agli indovinelli del tipo "un uomo con un fiasco in mano davanti a un albergo dice «sono rovinato»" o sarà che ho un callo sotto il piede, ma sta di fatto che ultimamente mi sento nostalgico. Ecco perché questa gibella è dedicata a uno degli intrattenimenti preferiti delle mie estati balneari e dei miei agosti pescolani, la pietra angolare del mio lessico odierno, fonte inesauribile di nomi policonsonantici di fiumi ucraini: la rivista nota come

  • La Settimana Enigmatica,
  • La Settimana Animistica,
  • La Settimana Onanistica,
  • La Settimana Mitica,
  • La Settima Asmatica (un capolavoro),

o, più comunemente, come

  • La Settimana Enigmistica,

fondata nel 1932 dal Gr. Uff. Dott. Ing. Gr. Figl. d. Putt. Giorgio Sisini, Conte di Sant'Andrea (quanto ho sognato di poter scrivere questa frase!).

Nel caso aveste dubbi, meglio chiarire subito con chi avete a che fare. Io sono uno di quelli a cui piacciono:

  • i rebus,
  • le crittografie (meglio se mnemoniche),
  • i bisensi,
  • gli indovinelli,
  • gli anagrammi,
  • "Forse non tutti sanno che...",
  • "L'Edipeo in cronaca",
  • il gioco in cui si uniscono i puntini,
  • i cruciverba grandi grandi,
  • le cornici concentriche,
  • il bersaglio, la mia iniziazione all'enigmistica (grazie a mia mamma),
  • gli incroci obbligati,
  • i cruciverba senza schema,
  • le liste di "vero o falso?"
  • e i polizieschi.

Sono anche uno di quelli che odiano

  • i rebus strani come quelli "a cambio",
  • "Aguzzate la vista",
  • i giochi con le xxxxxx e le zzzyyzz,
  • le cerniere,
  • i lucchetti,
  • il gioco con gli spazi da annerire
  • "Se voi foste il giudice",
  • i cruciverba sillabici,
  • quei giochi tutti strani con le caselle che non si capisce mai che devi fare,
  • il quesito con la Susi,
  • quel gioco idiota in cui bisogna cancellare le lettere delle parole elencate da un riquadro incasinatissimo fino a che ne restano sette o otto che lette di seguito finiscono puntualmente per formare "TROOTVA",

ma, soprattutto, ho sempre trovato le "Risate a denti stretti" tanto squallide da essere quasi imbarazzanti. Niente a che vedere con Sergio Paoletti, ma si riconosce la scuola.

(Parentesi. Se vi racconto tutte queste cose, non è solo per dimostrarvi che potrei essere tranquillamente annoverato tra i "solutori più che abili" a cui erano riservati i giochi più cazzimmosi, ma anche perché credo che, in fatto di gusti e di personalità, la Settima Asmatica dica tantissimo. Oh, se solo le agenzie matrimoniali facessero riempire agli iscritti una scheda del genere!)

Poi ci sono le barzellette. Lo so che qui sto entrando in un campo minato, ma per me le barzellette della Settimana Onanistica sono fantastiche, niente a che vedere con quelle tristissime di Domenica Quiz, tutte uguali, con la ragazza tettona in costume o nuda e una battuta mezza sconcia.

Ultimamente però ho cominciato a sospettare che la redazione della Settimana Animistica copi e traduca le barzellette da qualche rivista ammericana. Non ci credete? Considerate le seguenti ragioni:

  1. Ci sono troppe barzellette sul bricolage, sul fai-da-te, sul vecchio West, sui barbecue in giardino, sul football ammericano, sul baseball o sull'hockey;
  2. Le scritte nella vignetta sembrano sempre appiccicate lì in un secondo tempo, quasi a voler coprire quelle preesistenti;
  3. Ci sono certe barzellette che non fanno ridere così come sono, ma che acquistano senso se tradotte in inglese. Per esempio: donna in clinica a letto con un neonato; il papà è in visita insieme agli altri sei bambini. La mamma dice: "Beh, tu puoi chiamarlo col nome che ti pare, io lo chiamo Basta!" (I call it Enough).

E infine ci sono tutti quei giochi che non amo e non odio e che appartengono ad un limbo maggiorato dal Sudoku e minorato dalla frase polidescritta. In questo intervallo si inserisce per esempio l'immortale Corvo Parlante, il quale a dirla tutta mi ha sempre fatto un po' incazzare per vari motivi. Primo, un corvo parla e tutti lo stanno a guardare sorridenti; secondo, perché non si sforza di parlare dritto una volta tanto? Terzo, perché cazzo non lo prende lui l'oggetto indicato visto che sa pure dov'è? E quarto, una spazzata per terra ogni tanto la potrebbero pure fare. Ma tant'è.

lunedì 17 dicembre 2007

Venghino signori, venghino!

Nel caso aveste intenzione di venire in Svezia per la festa di chi sapete voi, sappiate che forse (FORSE (FOR-ZE)) c'è la possibilità di spendere soli cinquanta euri (everi (everest (€))) per il volo di andata; per il ritorno ve la dovete piangere voi (ma qui ci arriva la Ryanair, per esempio). La storia di questo biglietto a prezzo stracciato è un po' lunga, ma c'entrano un rincoglionito (io), due aeroporti e Diego Scilla.

Se vi interessa, fatevi vivi entro e non oltre il 25 dicembre (Natracchio).

domenica 9 dicembre 2007

Esattezza

[M]i sembra che il linguaggio venga sempre usato in modo approssimativo, casuale, sbadato, e ne provo un fastidio intollerabile. Non si creda che questa mia reazione corrisponda a un'intolleranza per il prossimo: il fastidio peggiore lo provo sentendo parlare me stesso. Per questo cerco di parlare il meno possibile, e se preferisco scrivere è perché scrivendo posso correggere ogni frase tante volte quanto è necessario per arrivare non dico a essere soddisfatto delle mie parole, ma almeno a eliminare le ragioni d'insoddisfazione di cui posso rendermi conto. La letteratura — dico la letteratura che risponde a queste esigenze — è la Terra promessa in cui il linguaggio diventa quello che veramente dovrebbe essere.

Italo Calvino
Lezioni americane (1988)