venerdì 3 ottobre 2008

Oui, je suis Catherine Deneuve

Come questo pluzio dimostra chiaramente, non sono affatto il tipo che parla a vanvera, anzi. Se dico qualcosa è perché sono ben informato dei fatti; d'altronde è da quando sono diventato scinziato che mi hanno fatto il lavaggio del cervello e ora sono convinto che la conoscenza si basa sul risultato dell'esperimento, basta che non lo facciano fare a me. Insomma, ora ho finalmente raccolto abbastanza prove e finalmente, senza paura di smentite o confutazioni, posso serenamente affermare che

il francese è una lingua per checche isteriche.

Intendiamoci, non è che io abbia qualcosa contro le checche isteriche (un personaggio divertentissimo di tanti telefilm ammericani); è più che ho qualcosa contro i francesi. L'illuminazione mi è venuta qualche giorno fa, a Pavigi, quando ho visto la pubblicità del prossimo torneo di Bercy: un cartellone pubblicitario sei metri per tre con un Rafael Nadal dal bicipite ipertrofico che prende ferocemente a pallate un avversario non precisato, ma senz'altro degno della nostra compassione.

E che ci hanno scritto i Francesi?

Rattrape-la si tu peux?! (Se non sapete come si pronuncia, basta leggerlo in italiano con la voce della checca isterica di Will & Grace.) Dunque è questo che Nadal urla al suo avversario secondo i francesini; per riscontro, in napoletano in situazioni simili si dice tipicamente MAGNATI CHESTA!, AMMOCCATI STA CRESOMMOLA! o PARA PURTIE'!. Poi mi sono ricordato che la parola tennis viene dal francese tenez !, tenga!, che a quanto pare era ciò che si diceva all'avversario per avvertirlo che si era in procinto di riprendere il gioco (cfr. napoletano PALLAAAAAA!).

Insomma, qui ho cominciato a immaginarmi i francesini che giocano a tennis; poi sono andato su Tutubo e ho visto ciò che avevo immaginato.

Notare che il primo tipo è belga (parlerà francese), e il secondo tipo ha fatto un anno e mezzo di Grenoble. Coincidenze? Io dico di no.

In realtà è evidente che la colpa è della lingua. Se non fosse per quel ridicolo trattino, per la mancata ellissi del soggetto, per il suono della u e per la posizione in cui ti restano le labbra se dici peux, quella frase forse sarebbe quasi adatta a Giochi senza Frontiere1; così com'è, è roba da boy-scout.

Ma la portata del problema è ben più vasta. Prendiamo una parola francese a caso: chiffon. Cosa significherà? Si tratta senza dubbio di una stoffa pregiata, ma sarà seta? Lino? Cotone? Raso? L'amara verità è che chiffon vuol dire panno, pezza, cencio, strofinaccio, canovaccio o mappina, ma visto che ha questo suono così da checca isterica gli italiani credono che sia un velo sottile e trasparente. Torchon? Una collana attorcigliata, o forse uno straccio per pulire per terra2?

Ma soprattutto, eau de toilette: un profumo seducente, o forse forse l'acqua del cesso?


1 E in che lingua parlava l'arbitro di Giochi senza Frontiere? In francese.
2 Almeno in Belgio. In Francia significa anche lui strofinaccio.

Ben 4 brillanti interlocuzioni a proposito:

Anonimo ha brillantemente interloquito così:

ti ringrazio dal più profondo del mio essere (che non è il posto che pensi tu, checcafrancesistericizzata) per avere riportato alla luce l'obliato termine "CRESOMMOLA"

Anonimo ha brillantemente interloquito così:

mi ponevo anche il dubbio dell'opportunità di denominare un locale gruppo i "KING CRESOMMOLA"

Arek' Fu ha brillantemente interloquito così:

Sarebbe bellissimo. Se posso suonare con voi, contami, se no apro il fan club.

Anonimo ha brillantemente interloquito così:

Sono secoli che io e il mio ragazzo litighiamo sulla checchicità o meno del francese (io sono la controparte politicaly correct che sostiene non si possa discriminare nemmeno una lingua)
..temo che se mai troverà questo tuo intervento nell'immenso web lo userà come prova contro di me, io comunque l'ho letto e ne sono rimasta divertita.

:D complimenti per lo spazio. Ciao ciao

Calime