martedì 29 maggio 2007

Tarabaralla, questa sconosciuta

A grande richiesta vi racconto la storia di "tarabaralla". "Tarabaralla" è una parola italiana vera che ho scoperto qualche anno fa (giocando al gioco del vocabolario, per chi lo conosce). Se sapete cosa significa, fate finta di non aver letto questo blog e cliccate altrove. Se non lo sapete, ecco a voi un magico sondaggino: solo uno dei significati che seguono è quello esatto; gli altri me li sono inventati io, come si dice in inglese, of healthy plant.


Qual è il significato della parola "tarabaralla"?
s.f.: frenetica danza tradizionale sarda
s.f.: copricapo simile al tricorno, indossato dalle autorità ecclesiastiche nel XVII secolo in occasione della Pentecoste
s.f.: grossa aringa dal muso rincagnato pescata al largo delle isole Svalbard
s.f.: scala a elica da cui accede all'aula parlamentare il Presidente del Consiglio
cong.: giacché, poiché
s.f., solo nella locuzione "andare a tarabaralla": morire
s.f.: pluzio
avv.: pressappoco, su per giù
s.f.: festa che si dà in occasione dell'inaugurazione di una casa o un appartamento
s.f.: strumento popolare italiano a percussione
s.f.: pianerottolo, ballatoio
s.f.: giostra con musica
vedi tarabarala
  
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Una volta che avete risposto al sondaggino (E SOLO ALLORA, NON IMBROGLIATE!) potete andare a leggere la soluzione qui. Fatemi sapere se avevate indovinato.

giovedì 24 maggio 2007

The place to be

Approfitto del poco sonno che ho per mettere su un paio di foto interessanti che Caterina e io abbiamo scattato a inizio mese, in vacanza per qualche giorno nella valle della Loira. Vi aspettate castelli? Tzé. Davvero credete che vi annoierei con simili banalità?

Il vostro cavallo è stressato? No problem.
Ebbene sì.

Guardate la foto di questo negozio. Bello, vero? È una cartoleria? Un fioraio? Una tipografia? Un negozio di musica?
I più svegli avranno sicuramente notato la discreta insegna che campeggia in alto: "POMPES FUNEBRES". Traduciamo al volo un paio di scritte dalla vetrina: "Il nostro mestiere è rispettare le vostre volontà", "Per le mie esequie, PFG mi aiuta a prevedere tutto in anticipo" (un bel pleonasmo), "Preventivi gratuiti", "Visto in TV" (!). Dulcis in fundo, osservate il nonnetto che faccia soddisfatta che fa ora che si è accattato il taùto.

Per i più ardimentosi:
Come dite? Cos'è la belote? Non ne ho idea (aspettate... guardo sul dizionario... è un gioco di carte). Però i premi sono davvero ricchi... chissà se ci sono anche i cotillon. Che cacchio, in Francia... se non ci sono lì! Come dite? Cos'è il cotillon? Non ne ho idea (asch... clic clic... è una danza!).

Insomma: la Loira, the place to be. Io ci volo!

venerdì 18 maggio 2007

Che fine ha fatto Sergio Paoletti?

Ma come, "chi è"?! È il disperato che scriveva, tra le altre cose, le barzellette per Topolino quando noi eravamo piccoli! "Risate Boom" vi dice niente? Ricordate quelle barzellette terribili? Ecco, erano sue.

Insomma, oggi mi interrogavo su chi fosse l'autore della barzelletta del fantasma formaggino quando sono stato colto dal terribile dubbio che magari è sua. Magari tutte le barzellette sono sue. Magari Sergio Paoletti è la reincarnazione di Oscar Wilde, che era la reincarnazione di Nostradamus, che era la reincarnazione di Tommaso d'Aquino, che era la reincarnazione di Virgilio (tutti noti barzellettieri).

Magari Sergio Paoletti è il Barzellettiere Primo.

In ogni caso, che fine ha fatto? Pare che io non sia il solo a chiederselo. Basta cercare "sergio paoletti" su Google per scoprire che ci sono altre mente geniali che si sono poste questo problema, come questa e questa. Prestate anche attenzione all'indirizzo del secondo blog.

Insomma, se avete notizie di Sergio Paoletti, fatemelo sapere.

giovedì 10 maggio 2007

E che modi!

Premessa: questo post è un po' impegnativo e richiede un minimo di attenzione. Non leggetelo se siete al lavoro quindi, oppure leggetelo se siete al lavoro, dipende dal lavoro che fate.

Alcuni di voi sanno che, oltre a fare il dottorato in fisica, a tempo perso faccio anche il consulente linguistico via MSN. Proprio qualche giorno fa, una delle mie clienti più affezionate (ciao Vania :-) ) mi ha interrogato sulla correttezza della frase seguente:

Mi piace pensare che se dovesse svegliarsi in questo preciso istante sarebbe la prima cosa che vedrebbe.

Voi cosa direste? Per me c'è qualcosa che suona maluccio, ma non c'è niente che non va nella frase. È corretta, ma ha qualcosa che non va.

Ora considerate questa.

Gli ho chiesto se verrebbe alla mia festa.

Probabilmente vi è già capitato di riflettere su una frase del genere. Più probabilmente avete cose più importanti a cui pensare. Vi capisco. Pur tuttavia, permettetemi di farvi notare anche qui che questa frase è assolutamente corretta (poiché il "se" non introduce una proposizione condizionale, ma una interrogativa indiretta). Eppure... suona male!

Insomma: siete insoddisfatti della vostra lingua? Volete sapere perché queste due frasi suonano male pur essendo perfettamente corrette? Volete vedere come ve le faccio suonare meglio?

Sentite questa:

Mi piace pensare che se dovesse svegliarsi in questo preciso istante sarebbe la prima cosa che vedrerebbe.

È già un'altra cosa, non è vero? Ora non cominciate a fare i difficili e a dire che "vedrerebbe" non esiste. Avete capito al volo che vuol dire, o no? È il condizionale del condizionale! E ora sentite questa:
Gli ho chiesto se verrebbesse alla mia festa.

Non è perfetto?! Il condizionale del congiuntivo! (o il congiuntivo del condizionale?)

Ora, voi mi conoscete. Potrei fermarmi qui, prendermi la vostra pacca virtuale sulla spalla per la cosa spiritosa (?) che ho detto e potremmo tutti tornare a casa felici. Potrei farlo, se fossi un'altra persona. Ma purtroppo, per definizione, non sono un'altra persona. Io non demordo. Ed ecco che il turbine della generalizzazione mi coglie tra le sue braccia e mi eleva a cime di insopportabile assiomatizzazione.

I più sbarazzini di voi sapranno che esistono (finora) due tipi di grammatica: grammatica descrittiva, cioè quella che si occupa di descrivere (appunto) un linguaggio, e grammatica prescrittiva, cioè quella che decide quali sono le regole di un linguaggio esistente. Io vi propongo un terzo tipo di grammatica: la grammatica costruttiva, cioè una grammatica che si proponga di migliorare una lingua esistente apportando innovazioni brillanti (?) come quelle che vi sto per proporre.

Nel caso in questione, l'idea è la seguente. Secondo la grammatica italiana tradizionale (bof), il verbo ha quattro modi finiti: indicativo, congiuntivo, condizionale e imperativo. Ora, dimentichiamoci un secondo dell'imperativo, che tanto è sempre stato un modo un po' del piffero. La mia proposta è che congiuntivo e condizionale non dovrebbero essere modi del verbo, ma alterazioni dei modi. Mi spiego: il verbo base si coniuga all'indicativo; ad esempio, l'indicativo presente del verbo "amare" fa

io amo
tu ami
ecc.

Questo indicativo presente può essere alterato per esempio dal condizionale e diventare il condizionale presente:
io amerei
tu ameresti
ecc.

Adesso viene il bello: immaginate che bello se anche questo condizionale presente potesse essere alterato di nuovo dal modo condizionale e diventare così un condizionale condizionale presente (bicondizionale? condizionale condizionato?) come questo:
io amererei
tu amereresti
egli amererebbe
noi amereremmo
voi amerereste
essi amererebbero

Fantastico, no?

Se state ancora leggendo, probabilmente vi starete chiedendo quanto ho dormito ultimamente. La risposta è "poco", ma il punto che mi preme è un altro. È evidente che qui ci si apre un mare magnum di possibilità! Oltre a fare il condizionale del condizionale, si può fare il congiuntivo (imperfetto) del condizionale (presente):

che io amerassi
che tu amerassi
che egli amerasse
che noi amerassimo
che voi ameraste
che essi amerassero

Il congiuntivo presente del condizionale presente:
che io ameri
che tu ameri
che egli ameri
che noi ameriamo
che voi ameriate
che essi amerino

...e via discorrendo. Si possono anche fare i modi trialterati (condizionale del condizionale del condizionale), di indubbia utilità. Si possono fare anche i tempi composti, anche se non ho ancora pensato bene a come farli... Insomma, ci sono grandi prospettive per questi nuovi tempi verbali.

Va da sé che io ho già cominciato ad usarli e vi invito caldamente a fare lo stesso. La mia vita ha tutta un altro sapore adesso.

giovedì 3 maggio 2007

La cabala del contatore

I più attenti di voi avranno sicuramente notato che la settimana scorsa è stato l'anniversario di un grande evento. No, no, non sto parlando delle mie pulizie di primavera... LASCIA STARE LE POLPETTE! SONO PER DOMANI! Scusate, ma questi scarrafoni stanno diventando proprio indisciplinati. Dicevo, il grande evento che si è verificato è che il 28 aprile 2006 il sottoscritto installava il contatore delle visite sul blog.

Ma cos'è questo rumore? Mi sembra di sentire un enorme pernacchio in lontananza... mah, questi svedesi. In ogni caso, visto che ormai è passato un anno dal Grande Giorno ho pensato di fare qualche statistica per la letizia di tutti i miei numerosi lettor... SVEN RIDAI SUBITO IL TELECOMANDO A OLOF! SVEN! DEVO VENIRE LÀ?! Uff.

Orbene, correva il 28 aprile 2007 (correva? si può dire? il 28 aprile correva? Scusate, ricomincio).

Orbene, era il 28 aprile 2007 quando il contatore sul mio blog segnava 1092; da questo si deduce facilmente (ometto la dimostrazione) che il 28 aprile 2007 il contatore segnava 1092, i.e. nel giro di un anno il mio blog aveva ricevuto 1092 visite. Figo, eh? Non particolarmente, lo so. Però attenzione ora: come tutti voi sapete, 1092 visite / 365 giorni = 2.99 visite al giorno! Quasi cifra tonda! Non è magnifico? Questo tra l'altro vi garantisce che i dati non sono truccati... se li avessi manipolati non avrei mai potuto resistere alla tentazione di fare cifra tonda. Si potrebbe anche insinuare però che io li abbia manipolati in modo da fare QUASI cifra tonda, perché così avrei avuto la scusa che la cifra non era tonda... una tecnica che chiunque abbia fatto un corso di Esperimentazioni di Fisica conosce benissimo. Beh, sapete che vi dico? POSA IMMEDIATAMENTE QUEL DEFIBRILLATORE! Come? Sì, ho un defibrillatore in casa... e allora?

Insomma, non finisce qui. Sapete cosa è successo nell'anno 1092? Assolutamente niente (fonte: Wikipedia). Ho come il sospetto che arrivati al 31 dicembre 1091 tutto il mondo abbia detto: "Uà guagliù, vogliamo fare uno scherzone incredibile? Vogliamo fare che domani è il 1093?". E tutti gli altri: "Sì, sììì, che bello, dai, dai!!", pam, bottiglia di spumante, auguri, auguri, bacini, e ciao 1092.

Aha! E se invece fosse l'anno 1092 ab urbe condita?! Hmmm, sarebbe quindi l'anno 1092 - 753 = 399 d.C.! E cosa è successo nel 399 d.C.? Assolutamente niente. Anno 1092 secondo il calendario ebraico? Agh. Calendario islamico? Bof.

In compenso però, possiamo effettuare qualche MO BASTA MO, MO PIGLIO LA CUCCHIARELLA E VEDIAMO! Ehm. Possiamo effettuare qualche semplice calcolo. Per esempio, al ritmo attuale toccherò il milione di visite il 14 giugno 2922. Preparate lo spumante che si festeggia, mi raccomando. E ora scusatemi, devo andare a salvare il vaso di cristallo... prima che...

*CRASH*