venerdì 9 giugno 2006

Lo sciopero del pallone

Nove giugno duemilasei. Come voi ben sapete, oggi iniziano i Mondiali di calcio in Germania. Vi voglio proporre di aderire alla mia personale iniziativa di protesta: lo sciopero del pallone.

Chi mi conosce sa già che è da un po' che ho smesso di interessarmi alle allegre vicende del pallone nostrano. Non so quando o perché questo sia successo... piano piano mi sono andato disilludendo, è stato un passaggio graduale che mi ha lasciato estremamente disgustato verso il concetto di ventidue ragazzoni in mutande che vengono pagati milioni di euro per rincorrersi gaiamente su un bel prato verde dove nascono speranze. Pensateci un attimo: MILIONI di euro... la mia busta paga ha tre zeri in meno.

Ma non voglio fare polemiche di stampo moralista contro il calcio corrotto. Penso che TV e giornali italiani vi stiano bombardando a sufficienza con queste chiacchiere da bar (o è già finita? Si parla ancora del mega-scandalo o ormai ci si concentra tutti sulla Nazionale?). Dire che "il calcio non è più quello di una volta", "i calciatori guadagnano troppo" o "è tutta colpa delle pay-tv" è diventato un comodo e rassicurante luogo comune. Persino i calciatori sarebbero d'accordo :-)

Io vi voglio proporre un passo in più: scioperiamo. Non guardiamo questi cacchio di Mondiali. Se davvero siamo nauseati dalla corruzione nel mondo del pallone, se davvero rimpiangiamo il calcio pulito (che poi, diciamoci la verità, l'abbiamo mai visto?), allora non possiamo guardare questi Mondiali. Sappiamo benissimo che l'unico modo per manifestare il proprio dissenso è colpire gli interessi economici; e allora io vi dico: non guardiamo le partite. Non leggiamo i giornali. Non leggiamo le notizie su Internet. Non parliamone con gli amici. Disinteressiamoci completamente a quello che succede in Germania.

Questo è quello che farò io. Davvero, non me la sento di accendere la TV e guardare i ventidue mutandoni di cui sopra sgambettare sulle praterie teutoniche. Magari quest'astensione non servirà a niente (certo però male non farà), e sono sicuro che nessuno di voi aderirà all'appello, tanto forte è il richiamo del pallone. Lasciate che vi faccia una domanda, allora: come fate? Cosa vi racconterete quando leggerete che la Germania ha conquistato la qualificazione battendo lo Swaziland con un rigore all'ottantasettesimo minuto? E anche se pastette del genere non dovessero verificarsi, anche se tutto sembrasse pulito, come fareste a fidarvi? Come fate a crederci ancora? Sarei ansioso di leggere i vostri commenti.

Ben 2 brillanti interlocuzioni a proposito:

Diego ha brillantemente interloquito così:

Davide, io non posso aderire a questo sciopero....qualche partita dei mondiale la vedrò.
Perchè al di là di tutta la "corruzione" (che a livello internazionale è sicuramente diffusa così come in Italia), questo gioco a volte regala dei momenti di grande spettacolo.
Certe partite restano emozionanti e ci sono ragazzotti in calzoncini capaci di fare con quel pallone delle vere e proprie magie (Ronaldinho è nu mostr'!).
Naturalmente avere una squadra per cui parteggiare rende lo spettacolo ancora più coinvolgente ma questo non accadrà per me ai mondiali....il mio azzurro non è quello della nazionale...
Mi rendo conto che in questo commento c'è poco di razionale....ma c'aggia fa!!!
Forza Napoli!;-)

Anonimo ha brillantemente interloquito così:

Davidozzo,
non posso non rispondere e non posso non seguire l'italia dei mondiali 2006. come ho sempre fatto. è uno di quei fatti che non si decidono e non si spiegano.
si, ho messo la bandiera fuori la finestra.
si, mi batterà il cuore quando sentirò l'inno.
si, soffrirò sul divano prendendomela con il cuscino e zomperò per tutta la casa al primo goal.
sono una scema?
sono un'illusa hai ragione. tu ragioni e perciò hai ragione, mon amì. io semplicemente ancora mi emoziono per una partita dell'italia ai mondiali, sognando e incazzandomi pure.
è questo il bello.
il brutto è che non si può trasmettere un'emozione nè spiegarla...magari si potesse fare... forse le cose sarebbero diverse!
un beso e un saluto.

Mary