Premessa: questo post è un po' impegnativo e richiede un minimo di attenzione. Non leggetelo se siete al lavoro quindi, oppure leggetelo se siete al lavoro, dipende dal lavoro che fate.
Alcuni di voi sanno che, oltre a fare il dottorato in fisica, a tempo perso faccio anche il consulente linguistico via MSN. Proprio qualche giorno fa, una delle mie clienti più affezionate (ciao Vania :-) ) mi ha interrogato sulla correttezza della frase seguente:
Mi piace pensare che se dovesse svegliarsi in questo preciso istante sarebbe la prima cosa che vedrebbe.
Voi cosa direste? Per me c'è qualcosa che suona maluccio, ma non c'è niente che non va nella frase. È corretta, ma ha qualcosa che non va.
Ora considerate questa.
Gli ho chiesto se verrebbe alla mia festa.
Probabilmente vi è già capitato di riflettere su una frase del genere. Più probabilmente avete cose più importanti a cui pensare. Vi capisco. Pur tuttavia, permettetemi di farvi notare anche qui che questa frase è assolutamente corretta (poiché il "se" non introduce una proposizione condizionale, ma una interrogativa indiretta). Eppure... suona male!
Insomma: siete insoddisfatti della vostra lingua? Volete sapere perché queste due frasi suonano male pur essendo perfettamente corrette? Volete vedere come ve le faccio suonare meglio?
Sentite questa:
Mi piace pensare che se dovesse svegliarsi in questo preciso istante sarebbe la prima cosa che vedrerebbe.
È già un'altra cosa, non è vero? Ora non cominciate a fare i difficili e a dire che "vedrerebbe" non esiste. Avete capito al volo che vuol dire, o no? È il condizionale del condizionale! E ora sentite questa:
Gli ho chiesto se verrebbesse alla mia festa.
Non è perfetto?! Il condizionale del congiuntivo! (o il congiuntivo del condizionale?)
Ora, voi mi conoscete. Potrei fermarmi qui, prendermi la vostra pacca virtuale sulla spalla per la cosa spiritosa (?) che ho detto e potremmo tutti tornare a casa felici. Potrei farlo, se fossi un'altra persona. Ma purtroppo, per definizione, non sono un'altra persona. Io non demordo. Ed ecco che il turbine della generalizzazione mi coglie tra le sue braccia e mi eleva a cime di insopportabile assiomatizzazione.
I più sbarazzini di voi sapranno che esistono (finora) due tipi di grammatica: grammatica descrittiva, cioè quella che si occupa di descrivere (appunto) un linguaggio, e grammatica prescrittiva, cioè quella che decide quali sono le regole di un linguaggio esistente. Io vi propongo un terzo tipo di grammatica: la grammatica costruttiva, cioè una grammatica che si proponga di migliorare una lingua esistente apportando innovazioni brillanti (?) come quelle che vi sto per proporre.
Nel caso in questione, l'idea è la seguente. Secondo la grammatica italiana tradizionale (bof), il verbo ha quattro modi finiti: indicativo, congiuntivo, condizionale e imperativo. Ora, dimentichiamoci un secondo dell'imperativo, che tanto è sempre stato un modo un po' del piffero. La mia proposta è che congiuntivo e condizionale non dovrebbero essere modi del verbo, ma alterazioni dei modi. Mi spiego: il verbo base si coniuga all'indicativo; ad esempio, l'indicativo presente del verbo "amare" fa
io amo
tu ami
ecc.
Questo indicativo presente può essere alterato per esempio dal condizionale e diventare il condizionale presente:
io amerei
tu ameresti
ecc.
Adesso viene il bello: immaginate che bello se anche questo condizionale presente potesse essere alterato
di nuovo dal modo condizionale e diventare così un condizionale condizionale presente (bicondizionale? condizionale condizionato?) come questo:
io amererei
tu amereresti
egli amererebbe
noi amereremmo
voi amerereste
essi amererebbero
Fantastico, no?
Se state ancora leggendo, probabilmente vi starete chiedendo quanto ho dormito ultimamente. La risposta è "poco", ma il punto che mi preme è un altro. È evidente che qui ci si apre un mare magnum di possibilità! Oltre a fare il condizionale del condizionale, si può fare il congiuntivo (imperfetto) del condizionale (presente):
che io amerassi
che tu amerassi
che egli amerasse
che noi amerassimo
che voi ameraste
che essi amerassero
Il congiuntivo presente del condizionale presente:
che io ameri
che tu ameri
che egli ameri
che noi ameriamo
che voi ameriate
che essi amerino
...e via discorrendo. Si possono anche fare i modi trialterati (condizionale del condizionale del condizionale), di indubbia utilità. Si possono fare anche i tempi composti, anche se non ho ancora pensato bene a come farli... Insomma, ci sono grandi prospettive per questi nuovi tempi verbali.
Va da sé che io ho già cominciato ad usarli e vi invito caldamente a fare lo stesso. La mia vita ha tutta un altro sapore adesso.