Non ho saputo resistere. Eccomi di nuovo a gibellare sui cartelli. Questa volta tocca a quelli ellenici, cosa che potrà sorprendere alcuni visto il mio fresco ritorno dalla Gallia. Ma tant'è.
Introduzione: chi è stato in Grecia (oppure, se è per questo, in qualunque paese dove si parli un idioma semi-incomprensibile) sa benissimo quanto è facile inzamarsi con i toponimi. Mi spiego: lo scopo del gioco è evitare imbarazzanti e fin troppo note scenette sullo stile noio vulevon savuar (che ve lo dico a fare) e, allo stesso tempo, riuscire a trasportare la propria gentile persona nel luogo designato; tuttavia, per pronunciare il nome dell'anus mundi di turno è tipicamente necessario slogarsi lingua e mandibola in un insensato contorto cancan di consonanti cacuminali la cui osticità ben eccede le capacità medie dell'uomo della strada. Quest'ultimo ricorre pertanto ad alcuni ingegnosi stratagemmi ("ingegnoso stratagemma" è un luogo comune dei più beceri e il suo utilizzo guasta la qualità della mia prosa; ciò mi addolora) per mandare a mente il toponimo, il più comune dei quali è il pezzotto linguistico. Ed ecco, allora, che Falàssarna (Φαλάσαρνα) diventa Falassàrna, Elafonìssi (Ελαφονήσι) diventa Efalonìssi, Kàmpos (Κάμπος) diventa Kòmbos.
Ma soprattutto, Sfinàri (Σφινάρι) diventa Sfintere. Potete dunque immaginare la mia gioia quando numerose curve ci hanno finalmente condotti a
Vediamo ora come il popolo greco si industri per attirare l'ignaro turista (ahimè, altro luogo comune).
- Garantendo alloggi di qualità (Rooms Marò):
- Promettendo facili coiti:
- Preparando pietanze succulente:
- Non badando a spese:
...il tutto sempre e comunque σιγά σιγά,
come ci illustra gentilmente la nostra modella:
Ehm. Lo so, questa foto è il cesso. Però vi assicuro che normalmente è molto più bella:
(lei è quella a destra).
Nessuno si è ancora degnato di interloquire a proposito.
Interloquisci (possibilmente brillantemente)!