venerdì 30 novembre 2007

Nichelino il Grassobbio

Ceva una Volterra, circa Verduno Bacoli fa, in un Poggiardo Trontano Trontano, un Giovinazzo di nome Nichelino che abitava in un Palazzago Borgiallo e Brosso con le Fenestrelle Crosa, le Balme in Mongardino e la Piscinas sul Vetto; tutto Sommatino, quindi, un Buonabitacolo.

Un Belvì di Zuglio che faceva tanto Calto, Nichelino se ne stava Cocconato sotto un Alberobello con i suoi Librizzi preferiti quando vide Grammichele che Ascea di Casazza. Grammichele era Carassai, ma era anche Bolgare, Malesco e Capalbio; non era un Cimone, in Somma, e Nichelino lo sapeva. Per evitare lo Scontrone con Grammichele, Nichelino Salò sul Tonco e cercò di Saltara sull'Alberobello, ma non era più Agira come un Gatteo (come quand'era Picciano) e mancò la Prezza.

— Per un Pelago... a momenti Cadeo!, fece tra sé e sé Nichelino, con il Cori che faceva Ton-Ton e il Fiano Cortino per la paura.
— Como hai detto, Grassobbio?, si intromise Grammichele.
— Stavo Carenno!
— Tzé... così si Ischia solo di rompersi Lomazzo! Garda me. Il Segrate è nella Corsione della Cavriglia.

E facendo Foggia di Granze Fortezza, il Supersano Grammichele si Isso tra i Cinquefrondi dell'Alberobello.

— Visco? È stato un Giovo! Sono o non sono Travo?, disse Grammichele tutto Fierozzo e Orgosolo.
— Hmpf. Sì. Bra.
— Ne, Bròzolo, andiamo a Pescara al Fiumicino? Magari Piglio un Samone.
— No, Rimasco qui. Tornolo ai miei Librizzi.
— Sei Strambino tu, eh!
— Ma lasciami in Paceco!
— Se non Vietri, ti Cureggio in Vocca.
— Uff. Sei proprio un Buronzo.
— Quindici? I Trepuzzi sono pronti.
­— Eh, Mammola mia! Io ci Andreis pure, però...
— Però?
— A mio Padru non fa Piacenza che vado al Fiumicello più di Quarto Volterra Almese.
— E se tu Baronissi?
— E se lui Cafasse?
— Trepuzzi?
— No, no, dai, mi fa un Pertusio così.
— Questa me Lesegno, Demonte d'un Bròzolo.

E su queste Parolise, Grammichele mollò uno Scoppito a Nichelino e se ne andò al Fiumicino solo Solonghello. Nichelino si Sciolze in lacrime, ma fu cosa di un Attimis. Torno sotto l'Alberobello, si Scorzè di quel Guardabosone di Grammichele e Visso per Semproniano Felino e Contursi.

domenica 25 novembre 2007

Il mondo visto con gli occhi di un ammericano

Nel nostro misero e ristretto essere europei (eredi e portatori di millenni di storia, tradizioni, cultura ecc.) non ci rendiamo conto di quanto diverso il mondo debba apparire agli occhi dell'ammericano medio (Homer Simpson). L'ammericano è padrone del mondo. Se viene in Europa, tutti parlano la sua lingua (o si sforzano di farlo), quindi può ordinare tutti i Big Mac che vuole senza difficoltà. Se vuole andare al cinema a guardare un paio d'ore di esplosioni, di inseguimenti e di donna sexy che arriva vicina tanto così a uccidere il cattivo, ma non ci riesce, viene catturata e alla fine viene salvata dal bisteccone di turno, può farlo senza problemi. Se ha voglia di una ninfetta biondina che canti un po' di sano pop sciacquapalle, c'è. Hip-hop socialmente impegnato cantato da mafiosi multimilionari? Cèlo. Certo, si deve adattare a certi retaggi barbarici della subcultura europea, come la mancanza di aria condizionata, ma in fondo l'ammericano è un tipo elastico e tollerante. C'è posto per tutti in Ammerica.

Per fortuna, anche noi ci stiamo ammericanizzando. Era ora. I giornali hanno finalmente cominciato a concentrarsi su notizie veramente importanti, come il pallone. Be', esagero. Non succede sempre così. Se muore un militare italiano in Afghanistan, se ne parla tanto. Ed è giusto. Ampio spazio all'eroismo dei nostri figli che si immolano per la patria sull'altare del... del... cos'era? Cos'è che c'era in Afghanistan? Non mi ricordo più. Ma mi pare che ora è in Iraq.

Almeno abbiamo il privilegio di diventare un po' più ammericani nella nostra quotidianità. Io la mattina esco di casa, metto in moto il mio vagone da stazione e vado a lavorare. Arrivato in ufficio, mi siedo davanti al calcolatore personale, avvio Finestre XP e apro Tuonuccello (molto più potente di Fuoriguarda) per controllare su Postacalda se qualche amico mi ha segnalato un nuovo video divertente su Tutubo. Fatto ciò, uso il topo per aprire Fuocovolpe, il mio curiosatore preferito (non amo l'Esploratore dell'Interrete... troppi insetti) e mi dedico all'aggiornamento del mio profilo su Faccialibro; apro eMulo per scaricare un po' di musica roccia (eh, sì... adoro la roccia, la roccia dura e il metallo pesante), apro il mio programma di chiacchiera preferito e dopo un'altra mezz'ora finalmente mi rendo conto che sarebbe ora di mettersi a lavorare.

Ecco allora che apro Acrobata per leggere il PDF con le istruzioni per installare l'autista del nuovo disco duro; poi scribacchio un po' con Parola, creo una presentazione con Potenzapunto e lavoricchio con Fotonegozio fino a che non si fa ora di andare via. La sera, per rilassarmi, prendo appuntamento con un amico gaio per andare a prendere un gallocoda, mangiare un amburghese e magari andare a guardare una pellicola. Cosa potrei chiedere di più?

mercoledì 21 novembre 2007

R.S.V.P.

L'ho già annunciato, ma adesso è definitivo:

venerdì 22 febbraio 2008, alle ore 10:00

mi addottoro. Anzi, mi addoctoro, visto che dottore lo sono già, ma doctor no.

FAQ

D: La fai la festa?
R: Sì. Così hanno deciso.

D: Sarà una festa alla maniera svedese?
R: Neanche per idea.

D: Posso venire?
R: Sì.

D: Posso portare il mio bassotto?
R: No.

D: E dai!
R: No.

D: Ti giuro che non sporca!
R: Hmmm. Fammici pensare. No.

D: Che tempo fa a febbraio a Göteborg?
R: Freschetto.

D: Posso portare la mia ragazza/il mio ragazzo/mia moglie/mio marito/mio figlio/mio nonno/il mio vicino/il mio bassotto?
R: Sì/Sì/Sì/Sì/Sì/Sì/Sì/No.

D: Come arrivo a Göteborg?
R: Dipende da dove parti.

D: Qual è un prezzo giusto per un biglietto aereo?
R: Non sono Iva Zanicchi. E comunque dipende da dove parti e da quando prenoti. Corre voce che sia più economico partire da Roma che da Napoli (intorno ai 150 € A/R).

D: Che ore sono?
R: Le otto e un quarto.

D: Hai fame?
R: Sì, un po'.

D: Scusi, per via Sardegna?
R: Al secondo semaforo, a sinistra.

D: Ci sono le ruspe in Svezia?
R: Sì.

D: ...bassotto?
R: No.

Satisfaction (ta ta — ta ta ta)

Ce l'ho fatta! Ho finito "Guerra e pace"! Ci avrò anche messo mesi e mesi, ma è veramente grandioso...

E poi so' soddisfazioni!

giovedì 15 novembre 2007

Ciuccio e presuntuoso

Ce l'ho avuto sotto il naso per quattro anni, e non l'ho visto. Ho avuto bisogno che mi toccasse da vicino per accorgermene. Che rabbia. E io che credevo che noi fossimo diversi: più artistici, più creativi, più politicizzati, spiriti più elevati... invece eravamo solo più indietro, attaccati a una generazione che non era la nostra e che già perdeva di significato al di fuori di quelle quattro mura, figliocci di un tempo che non esisteva più, avanguardia (o retroguardia?) sinistroide ferita senz'altra forza che quella di leccarsi le ferite. L'orda calava e noi ci stringevamo l'uno contro l'altro per resistere. Lo dovevo capire prima! Non è vero che stavo scivolando via anch'io, e che sono entrato tra quelle mura tardi e di corsa?

Poi, uno a uno ce ne siamo andati, e finalmente è successo. I barbari sono arrivati. Qua al Nord sono già passati da tempo (figuriamoci... li hanno inventati loro), ma a casa mia ci sono arrivati solo ora. Com'è quella frase, Baricco?

Il timore di essere sopraffatti e distrutti da orde barbariche è vecchio come la storia della civiltà. Immagini di desertificazione, di giardini saccheggiati da nomadi e di palazzi in sfacelo nei quali pascolano le greggi sono ricorrenti nella letteratura della decadenza dall'antichità fino ai giorni nostri. —Wolfgang Schivelbush

Eccole, le greggi che pascolano nel palazzo. Ora le vedo.

E infine, devo chiedere scusa per la mia boria, perché questa, in fondo, è per me prima di tutto una lezione di umiltà. Ingegneri, scusatemi. Nun simmo meglio 'e vuje. Siamo capre, tutti.

mercoledì 14 novembre 2007

Great expectations

Su gentile richiesta e concessione di Diego Scilla.


Venerdì mattina, ore 7:00. Diego e Vedrana vivono pigramente la transizione dal sonno alla veglia, conversando distrattamente.

D (excited): Know what? I'm really happy that you're going to meet Davide.
V (a little less excited): Ahha.
D: I'm sure you'll like him. He's smart. And he will most definitely like you. I mean, you're smart as well.
V: Ahha.
D: I honestly think that we will have fun. We will go out, you know, visit some places, stuff.
V: Mmm.
D: Did you know? He will bring the Playstation. So we will play that football game, remember?
V: Ahha.
D: Great...
V: ...

D sospira.

V: Well... how do I exactly fit in this plan?
D: ...
V: Oh bože! I DON'T!!!

martedì 13 novembre 2007

L'ora di ginnastica

— Guagliù, cca sta 'o pallone. M'arraccumanno, nun ve facite male.
— No, no, psso', non vi preoccupate.
— Oh, passa, ja'.
— Eh, Ciro, stai calmo. Ja', guagliù, chi gioca?
— Facciamo le squadre.
— Capitani?
— Io e Peppeniello. P'a me, p'a me, p'a me, uno, doje e tre!
— Mmmm, io mi piglio a Ciro.
— Io voglio a Lello.
— Papele.
— Rafiluccio.
— 'O chiattone.
— Enzo.
— Scognamiglio.
— Fella 'e Pastiera.
— Scauzachiuovi.
— ...e Biagio...
— Va bbuo'.
— Biagio, però tu vai a porta.
— Ma perché?
— Pecché nun sî bbuono.
— Uff.
— Oh, mietti mmiezo, ja'. (stump stump)
— Oh, e passa, ja'. (stump)
— Eh, Ciro t'hê 'a calmà. (stump)
— Votta mmiezo! (stump)
— Mannaccia sant'Anna...
— Curri, ja', muoviti! (stump swisssh)
— Uà, t'aggio rimmasto nterra cu 'sta finta! (stump)
— Purtie', cu 'e mmani! (stuswish)
— Saliamooo! (bum)
— Cazz... (stump stump stump)
— Biagio, jesci!
— Eccomi...
— PARA, PURTIEEEEE'!!! (BOOOOOOOOOOOOOOOOM)
— ...
— Uà, purtie', cu 'sta cagliosa t'aggio fatto nu buco mpietto ca pari na lavatrice!
— Raffaele?
— Che è, Bia'?
— Ma perché tutti mi chiamano "purtie'"?
— Perché stai a porta.
— Ah.
— ...
— Ma... e i difensori?
— Vai a pigliare il pallone.
— Sì. (stump)
— Oh, chiatto', è palla nostra. (stump stump)
— GUARDAMIII! (stump) Prima, prima...!
— Oh, oh, oh, piglia a chillo! (sdunf)
— Cross... (stump)
— Bravo, purtie'.
— Uà, Enzo, nun signi manco si ti sparano mmocca! (stump stump stump)
— Oh, ma Fella 'e Pastiera?
— Se n'è andato. (stump stump)
— Oh, e nun vuttà, però. (swish)
— Oh, abbitro!
— Oh, nun chiagnere!
— Oh, è punizione.
— E pigliati la punizione!
— ...
— Barriera!
— ...
— ...
— Oh, Biagio!
— Eh?
— Biagio!
— Eh!
— Sî ppronto?
— Sì.
— E AMMOCCATI 'STA CRESOMMELA!!! (BOOOOOOOOOOOOOOOOM)
— ...
— ...
— Biagio, però eccheccazzo.
— ...
— Vai a pigliare il pallone.
— Sì. (stump)
— Forza, chiatto'. (stump stump)
— Cambiaaa! (stump)
— Oh, ncoppa â fascia... (stump)
— Vai, vai, vai! (stump swish stump)
— Scauzachiuo', ma che sî, nu birillo? (swish swish)
— Caucéalo! (stump)
— Biagio esciii!!!
— ...
— BIAGIOOO!!!
— PURTIE'!
— ...
!!!
— Eh?!
!!!
— ...
— ... (BOOOOOOOOOOOOOOOOM)

mercoledì 7 novembre 2007

L'ora di fisica

— Allora, chi viene oggi?
— Pssure', io mi vorrei giustificare.
— E no, Nardacchione, te lo dovevi fare uscire prima. Hai aspettato di vedere se interrogavo?
— No, pssure', mi ero scordato.
— Perché ti vuoi giustificare?
— Eh, ieri sono sceso a comprare le scarpe con mio cuggino.
— Embè, e c'hai messo tutta la giornata?
— Eh ma poi quello mio cuggino...
— Vabbuo', venga Lo Turco.
— No, pssure'...
— Come, "no, pssure'"?
— ...
— Lo Turco, due?
— ...
— Due. Scannapiecoro, vuoi venire tu?
— ...
— Due. Scognamiglio, metto due pure a te?
— No, no, pssure', sto venendo!
— Bravo. E anche Posalaquaglia, su.
— ...
— Allora, Posalaquaglia, parlami un poco della leggi della dinamica niutoniana.
— Eeeeh, sì. Allora. Cioè, Niuton si ispirò a Galileo per fare, voglio dire, le leggi di Niuton.
— ...
— La prima legge parla dell'inezia.
— SCHIATTARELLA! SILENZIO!
— Pssure', io non ho detto niente!
— Inerzia, Posalaquaglia, non inezia.
— Eh, e io che ho detto.
— Vai avanti.
— Cioè, come dire, l'inezia sarebbe quando il pattinatore scivola sul ghiaccio. Se non ci sarebbe inezia, quello non scivolerebbe.
— Scognamiglio, posa il libro.
— ...
— Sei d'accordo con Posalaquaglia?
— Sì sì, pssure'.
— E sei fesso. Posalaquaglia, che dice questa prima legge, insomma?
— Quello che ho detto, pssure'.
— Scognamiglio.
— Ditemi tutto, pssure'.
— Scognami', non fare lo spiritoso. Lo sai tu cosa dice la prima legge?
— La prima legge di cosa, pssure'?
— Scognamiglio, vuoi andare a posto?
— Pssure', mi sono ricordato che dice la prima legge!
— E sentiamo, Posalaqua'.
— Un corpo si muove di moto rettilineo uniforme.
— ...
— ...
— Questo è tutto?
— Ehhh... sì.
— Posalaquaglia, ma secondo te Niuton era pazzo?
— Un corpo immerso in un liquido si muove di moto rettilineo uniforme.
— ...
— ...
— Scognamiglio, allora?
— È a pianta centrale, pssure'.
— Ma cosa?
— Il mausoleo di Galla Placidia.
— E che c'azzecca?
— Pssure', posso andare in bagno?
— No Scamardella, cioncati!
— Un corpo immerso in un liquido allo zero assoluto si muove di moto rettilineo uniforme.
— Posalaquaglia! Basta!
— Pssure'...
— Eh pure io pssure'...
— Pure io.
— Pure io.
— SILENZIO! (bam bam bam)
— Pssure', la posso dire io la prima legge della dinamica?
— E dici, Biagio, dici.
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— Cosa?
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