lunedì 3 novembre 2008

Random walk / 1

Bemolle s'era perso. Lo sguardo che saetta a 4π, il dito indice apposto al labbro inferiore e l'emissione continuata del suono "öööö" sono solo alcuni dei tratti comportamentali che permettono la sicura identificazione di colui che ha smarrito la via. Inoltre non è che ci fosse granché da fare in quel bosco, a parte perdersi, of course; Bemolle, in mancanza d'altro, vi si era dedicato con grande zelo, perché non era certo il tipo che faceva le cose a metà o tanto per fare: e così, oltre ad essersi inoltrato ben bene, aveva anche dimenticato come era finito in quel postaccio buio, umido e vagamente reminiscente del sifone del lavello.

Neanche la sua vasta conoscenza in materia di astronomia gli permetteva di orientarsi: il cielo era quasi completamente coperto e le poche stelline che ammiccavano ora qui, ora lì, potevano appartenere tanto al Baco da Seta quanto al Portamonete; e poi, a che vale sapere in che direzione si va se non si sa se è quella giusta? Tali erano le considerazioni che impegnavano il nostro eroe while he slowly, gloomily, unawarely and inexorably diffused away from wherever he was coming from.

Bemolle si era ormai allontanato di una distanza proporzionale alla radice quadrata del tempo trascorso nella selva quando, attraverso il fitto fogliame, intravide il contorno di una grossa mongolfiera.

— Äntligen, si disse — era ora che succedesse qualcosa in questa storia. Così, deciso a ravvivare la trama che languiva, rimpiazzò il suo incedere stocastico con una deterministica volontà di raggiungere il pallone aerostatico.

A circa un miglio di distanza Bemolle si accorse però che non si trattava di una mongolfiera, bensì di un enorme cranio di scimmia. Mezza versta dopo si corresse: era proprio una gigantografia della copertina di Led Zeppelin 1. A pochi furlong gli parve un cartello di divieto di transito per veicoli a braccia, poi una cuffia da doccia, poi una delle lune di Saturno, poi una Coppa del Nonno rovesciata, poi forse no, forse era davvero una mongolfiera. Solo quando la sua visuale fu sgombra da ogni impedimento, cioè quando la sua immaginazione fu sopraffatta dall'evidenza della percezione Bemolle si rese conto che si trattava di un colle illuminato dai raggi del sole alto nel cielo.

"Ma dove caspiterina era il sole mentre ero nel bosco?". Bemolle si volse a retro a rimirare la foresta ancora imbevuta d'oscurità notturna, guardò il colle in pieno sole, fece due rapidi calcoli mentali, trasse delle interessanti conclusioni sul diametro del pianeta e, perplesso, fece spallucce.

Una sola brillante interlocuzione a proposito:

Anonimo ha brillantemente interloquito così:

Sì, Bemolle, sì