domenica 25 gennaio 2009

I love this game

Ricordo distintamente che a sedici-diciassette anni ero una macchina da rimbalzi. A quei tempi avevo un fisico asciutto, ero aitante e nerboruto e correvo la maratona in 3:01:55 (ore:minuti:secondi). Occhei, in attacco sono sempre stato una pippa, ma almeno a quei tempi sovrastavo la maggior parte dei miei avversari sotto canestro grazie ai centimetri (dieci più della media), grazie a un eccellente taglia-fuori, ma soprattutto grazie alla tempesta ormonale dell'adolescenza, alla quale ho sempre negato (mio malgrado) sfoghi più consoni di un pallone, un canestro e tante gomitate.

Ecco una foto tratta dal mio album di famiglia, scattata l'anno in cui rifiutai la convocazione all'All-Star game perché avevo l'esame di maturità.

(Sì, ho notato anch'io che la freccia è vagamente falloidale.)

Oggi, all'età di venticinq *ahem* ventotto anni, ho una panzella da ragioniere, ho quasi tutte le dita storte, mi è calata la vista, mi si sono appannati i riflessi e corro (correrei) la maratona in 3:01:55 (giorni:ore:minuti); in più, i giovinastri di oggi sono alti quanto me (ma cosa mangiano questi maledetti?), hanno imparato il taglia-fuori e, soprattutto, sono nel pieno della loro tempesta ormonale, mentre la mia è bella che andata da un pezzo (per fortuna).

Il problema principale, tuttavia, è che con il riequilibrio del sistema endocrino e la diminuzione di testosterone mi è venuta meno l'aggressività. Siamo d'accordo che è un gioco, l'importante è partecipare, basta che ci divertiamo bla bla bla, però siamo anche d'accordo che presentarsi al campetto con la borsa da palestra in spalla e Il secondo sesso in tasca non è proprio classificabile come un atteggiamento intimidatorio. Faccio sempre molta attenzione a nascondere il libro ma mi sa che gli altri si sono accorti comunque che qualcosa non va.

Ecco una lista di pensieri (veri) che mi sono trovato a fare durante l'ultima partita.

  • Uh, meno male che non ho intercettato quel passaggio. Avrei potuto farmi male.
  • Cazzo, ho sbagliato un tiro da 30 cm. Vabbè, però conosco la geometria differenziale1.
  • Cazzo, ho passato la palla a uno dell'altra squadra e i miei compagni mi vogliono trucidare. Vabbè, faccio finta di zoppicare.
  • BAM. Che stoppata che mi ha fatto questo tizio... vorrei sprofondare ma non gli posso dare questa soddisfazione. Vabbè, faccio la parte del tipo superiore che sa che una stoppata è parte del gioco.
  • Cazzo, quel rimbalzo dovevo afferrarlo a due mani e invece l'ho mandato fuori. Vabbè, metto in bella mostra il cerotto sul mignolo e do ad intendere che la sinistra è infortunata.

Ma perché continuo a giocare, allora? Beh, ho un sogno. Vorrei provare, anche per una sola volta, l'ebbrezza di schiacciare il pallone nel canestro. (Dall'alto.) Il basket per me è un po' come l'Universo per i cattolici: bisogna sopportarlo perché forse, un giorno lontano, ne sarà valsa la pena. La differenza è che loro, se pure avessero ragione, non lo potranno raccontare a nessuno; io mi farò sbattere in prima pagina col titolo Giovane squilibrato ripescato nudo dalla Mosa.


1 In realtà la storia ha già dimostrato che è perfettamente possibile conciliare virilità e studi superiori^

Una sola brillante interlocuzione a proposito:

Anonimo ha brillantemente interloquito così:

non posso azzardarmi a interloquire su questa gibella, senza scrivere un trattato,
sulla umana natura (in 14 volumi) e sulla mia (in 146)